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Cionini Guido Diego

Cionini Guido Diego - Campiglia Marittima

Cionini Guido Diego

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(L´impresa non è ancora stata recensita)

Descrizione di Cionini Guido Diego

nexmedia edizioni, produzione video, video commerciale, corporate video, riprese, tv, spot tv, gestione progetti multimediali, manlio sgalambro, raffael benazzi, peter russell, Il 30 giugno 1941 un sommergibile olandese affonda con quattro siluri una nave-cargo, il Capacitas, provenienete da Genova e diretta a Napoli, davanti a San Vincenzo, a 4,5 miglia dalla costa. Il libro di Claudio Nassi L'affondamento del Capacitas, San Vincenzo e i suoi relitti (Nexmedia edizioni, 80 pagg., €9,00), disponibile su questo sito e in libreria, racconta le fasi concitate di questo drammatico affondamento; e lo fa anche attraverso le preziose parole di testimoni oculari, tra i quali il padre dell'autore stesso del libro.
Claudio Nassi è un subacqueo abilitato alle immersioni tecniche a grandi profondità; ciò gli ha permesso di visitare svariate volte il relitto del Capacitas, una grande nave di oltre 130 metri che giace, quasi integra, a 75 metri di profondità.
Un ulteriore elemento di interesse di questo libro è la pubblicazione integrale del verbale dell'affondamento, redatto il giorno successivo il fatto, presso la Capitaneria di Porto di Livorno; grazie a questo documento inedito oggi possiamo conoscere i nomi e i cognomi dei pescatori sanvincenzini (i Federici, i Magnani) che presero parte al salvataggio dei 29 membri dell'equipaggio. Furono invece cinque gli uomini che persero la vita sul Capacitas, tra questi il Primo Ufficiale Angelo Sibilla. Il libro, in appendice, pubblica una testimonianza del figlio, Paolo Sibilla, che sarà presente la sera della presentazione del volume.
Infine il libro fa una breve panoramica anche sugli altri relitti che giacciono nelle acque di San Vincenzo: una decina navi, tutte affondate nei primi decenni del secolo XX, che fanno di San Vincenzo un caso particolare a livello nazionale, una sorta di museo sottomarino delle due Guerre Mondiali., Una leggerezza di fondo pervade questo libro di Renato Gorgoni, un gusto e un amore sincero per le cose semplici – e intimamente più autentiche, si direbbe – della vita: partire per un viaggio, prendere una tazza di tè seduto ad un tavolo di fronte alla moglie, dialogare con lei, camminare in mezzo alla natura assaporandone i profumi, trovare conforto e sicurezza in mezzo agli affetti familiari, riscoprire il gusto di una lettura fatta molti anni addietro, tornare a casa.

Ecco, in questa nostra epoca così veloce, schizofrenica, così superficiale e ipermediatica, in questo lungo tempo di mezzo nel quale ci è toccato di vivere, dove tutto ci sfiora ma poco o nulla ci tocca davvero, ho trovato in questa narrazione fatta di ritmi lenti e sospesi l'essenza di un vivere slow che tutti noi dovremmo praticare.
Lo confesso, Gorgoni mi è parso in un certo senso rivoluzionario, trasgressivo quasi.

Il Viaggio è nettamente diviso in due capitoli, due parti molto diverse tra loro. Potrei anche dire: due tipi di viaggio caratterizzano questo racconto.
Se nella parte delle Orcadi prevale l'esplorazione, la curiosità per il nuovo, vissuta con i tic di un italiano atipico che ci mostra la gioia di vivere e scoprire un mondo così diverso e lontano dal nostro, nella seconda parte – Yorkshire – il viaggio diventa più introspettivo; il libro offre all'autore l'occasione di ripercorrere antiche atmosfere familiari, di rivisitare spazi e luoghi carichi di significato; la narrazione, senza dare troppo spazio a venature nostalgiche, cambia di tono.
L'autore non abbandona del tutto le confidenze che ama prendersi col lettore, anzi seguita a dispensare consigli utili per chi voglia avventurarsi in queste terre educate; indicazioni e suggerimenti, quasi in stile guida routard.
Una parte seconda connotata da un più forte sapore autobiografico, e dove non mancano riletture critiche dei rapporti interfamiliari.

Come in una guida turistica d'altri tempi, sin dalle primissime pagine, il lettore è pervaso da un senso di autentica leggerezza, e messo a proprio agio dai toni confidenziali di questo originale diario di viaggio.

Renato Gorgoni, originario di Napoli, vive a San Vincenzo. Ha vissuto anche a Roma, Londra, Milano. È stato per alcuni anni redattore di anglistica presso la casa editrice Rizzoli.
Ha scritto l'introduzione de Il mago di Oz di L. Frank Baum (Rizzoli, 1978); ha curato la traduzione e scritto l'introduzione di Peter Pan nei giardini di Kensington di James M. Barrie (Rizzoli, 1993).
Si segnalano le sue raccolte di poesia: Gabbiani di città (ExCogita, 2000), Irrequieti fra la gente (Rubbettino, 2007), La balena Serafina (Tagete, 2009), Il vampiro di Valacchia (Tagete, 2011)., Si parlerà di Peter Russell scrittore, personaggio incomodo, irriducibile, straordinaria voce poetica e polemica, amico indimenticabile.
Un incontro “tra amici”, che se in qualche modo partecipa dello spirito antiaccademico e antiistituzionale di Peter Russell, cerca di coinvolgere vivaci realtà editoriali, critiche e istituzionali che hanno tenuto viva la memoria e l'opera dell'Autore, per provare a rievocare e mettere in gioco l complessità del pensiero e della pratica letteraria russelliana. Nel corso dell'incontro saranno ricordate la vita e l'opera dell'Autore e presentata l'Associazione Russell che cura il vasto archivio di libri, riviste e memorie lasciato dal poeta.
Saranno presenti il professor Anthony L. Johnson dell'Università di Pisa - autore di lavori critici sull'opera russelliana - e Leonello Rabatti - amico di Russell e presidente dell'Associazione.
Sarà brevemente presentato il libro “This is not my Hour - Studio e traduzione dei 'Sonnets'” (Edizioni del Foglio clandestino, 2010), Sarà presente G. Gavioli del Foglio Clandestino.
Sarà presentato il libro Peter Russell, l'ultimo dei grandi modernisti (LIBRO + DVD) della Nexmedia Edizioni.
La discussione sarà retta da Carlo Romano e Raffaello Bisso,
traduttore di Russell., a pubblicazione nasce da una donazione dell’ottobre 2010 al Comune di San Vincenzo di un documento settecentesco da parte degli eredi di Giovan Battista Galgani. Il documento trattato, copia di un originale trecentesco conservato presso l’Archivio di Stato di Pisa, restituisce una sentenza emessa nel 1316 da uno dei tribunali civili di Pisa che chiamava in giudizio i conti di Biserno, ramo della famiglia Della Gherardesca.
Un saggio che si occupa di un episodio “minore” della storia del nostro territorio, eppure molto significativo per gettare uno squarcio di luce sulla consistente quantità di fonti e documenti, noti alla storiografia e in parte ancora inediti, che chiamano in causa il territorio e la storia di San Vincenzo. Le vicende del castello di Biserno vanno infatti di pari passo con quelle della terra nuova di San Vincenzo: è noto che la comunità della “marina” nacque per volontà della Repubblica di Pisa in seguito al declino e alla definitiva distruzione di Biserno nel 1304. In tale senso l’Archivio di Stato di Pisa resta per noi un prezioso bacino di fonti “disperse”, fondamentali per scrivere pagine nuove di storia locale.
L’editore Cionini: «All’autrice va il merito di aver individuato l’originale trecentesco della sentenza. Questo le ha permesso di studiarla e trascriverla, fornendone un’edizione critica in modo comparato che tenesse quindi conto della copia settecentesca donata al Comune. Va detto che non è un libro per tutti: non è propriamente una lettura balneare; d’altronde il taglio di questa pubblicazione non poteva che essere rigoroso e scientifico. Con questo libro la collana “vistamare” fa un balzo in avanti rispetto al registro divulgativo che aveva caratterizzato alcuni dei titoli precedenti. Ma per un lavoro di questa natura non potevano esserci mezze misure».
Alessia Zombardo è dottore di ricerca in “Istituzioni e Archivi”. Dal 2004 al 2011 ha insegnato Paleografia latina presso l’Università di Siena; si occupa principalmente di edizione di fonti documentarie medievali e moderne. È autrice del volume Il Diplomatico del Comune di Montieri nell’Archivio di Stato di Siena (1276-1578) (Accademia Senese degli Intronati, 2008), e, insieme a Roberto Bartalini, del recente Giovanni Antonio Bazzi, il Sodoma. Fonti documentarie e letterarie (Museo Borgogna-Società Storica Vercellese, 2012)., Partendo dall’autonomia comunale, ottenuta da San Vincenzo nel 1949, gli anni del boom economico vedono il moltiplicarsi degli stabilimenti balneari, dei villaggi, dei campeggi e degli altri servizi turistici. Lo sviluppo, concentrato in particolare sul modello dell’appartamento in affitto, proseguirà anche nei decenni successivi.
Ne scaturisce un quadro dinamico, una società locale sempre più agganciata ai ritmi stagionali delle vacanze e un ambiente ricco di risorse, ma anche insidiato dagli effetti negativi della massificazione del turismo e dall’aumento abnorme delle seconde case, come è avvenuto in tanti tratti delle coste italiane.



Scaturito da un progetto di ricerca sostenuto dal Comune di San Vincenzo e portato avanti dall’Istituto di ricerca sul territorio e l’ambiente “Leonardo” di Pisa, l’opera di Pazzagli segue un altro libro, uscito nel 2011 (Terra di mare) relativo alle origini delle vacanze al mare.

"San Vincenzo è così il primo Comune ad avere una storia completa del turismo, utile non solo per conoscere il periodo d’oro del turismo sanvicenzino, i simboli e i miti delle vacanze italiane – sottolinea l’autore – ma anche per comprendere i meccanismi di sviluppo e per riflettere sul turismo attuale e sulla sua sostenibilità."
San Vincenzo è l’esempio di come si venne formando una località balneare italiana nel periodo del Miracolo economico, tra anni ‘50 e ’60. Lo dimostra il libro di Rossano Pazzagli Mare di gente, l’età del turismo di massa a San Vincenzo, appena uscito per Nexmedia Edizioni.
Il volume illustra lo sviluppo di San Vincenzo come destinazione turistica dopo la metà del ‘900, con l’affermarsi del turismo di massa, che diventa elemento centrale della vita economica locale, ma anche specchio fedele dell’evoluzione della società italiana, del costume e della mentalità.

I primi alberghi, la comparsa degli stabilimenti balneari, i villini sul mare, il moltiplicarsi delle attività commerciali tra l’800 e il 1940. Descrivendo questi aspetti il libro di Rossano Pazzagli, appena pubblicato da Nexmedia Edizioni, getta luce sulle origini del turismo balneare a San Vincenzo, offrendo interessanti spunti per interpretare l’identità del luogo attraverso la storia.

Il volume è il frutto di in un progetto di ricerca sostenuto dal Comune di San Vincenzo, intitolato “Terra di mare” e portato avanti dall’Istituto di ricerca sul territorio e l’ambiente “Leonardo” di Pisa diretto da Pazzagli e a cui hanno collaborato i giovani ricercatori Guido Cionini e Francesco Camerini. Ricerche originali, condotte negli archivi storici e sul materiale della Camera di Commercio di Livorno e del Touring Club Italiano, hanno permesso di ricostruire la situazione alberghiera e le prime attività balneari, tra i quali spiccano gli alberghi Moderno e Centrale dei fratelli Melai e i bagni di Vittore Frati e Alessandro Federici aperti negli anni ’20, fino all’intervento della Solvay per la realizzazione del Paradisino a partire dal 1936.

“L’itinerario seguito da San Vincenzo per diventare una località turistica – afferma l’autore Rossano Pazzagli – riflette lo sviluppo del turismo balneare in Italia, che ha segnato il destino di molte zone costiere. Grazie alla nascita del turismo, un piccolo borgo legato essenzialmente alla terra, cominciò a guardare sempre di più verso la spiaggia e il mare, avviando un processo che come sappiamo trasformerà profondamente l’economia, la società e il paesaggio del luogo”.

Il libro, già in libreria, sarà presentato al pubblico durante un incontro che si svolgerà nel giardino della Torre di San Vincenzo il 2 agosto alle ore 21,30. La serata sarà coordinata da Maria Antonietta Schiavina e interverranno il sindaco Michele Biagi, l’Assessore alla cultura Fabio Camerini, l’assessore provinciale Fausto Bonsignori, l’editore Guido Cionini e il prof. Rossano Pazzagli, docente di storia moderna e di storia del turismo presso la Facoltà di Economia dell’Università del Molise.
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